mercoledì 18 gennaio 2012

Appartamenti per signore sole

 VOTO: 8 ½



Appartamenti per signore sole - Masako Togawa - 1957

Tokio. Gli appartamenti K sono abitati da un centinaio di donne sole, una volta giovani e piene di vita, oggi vecchie e in qualche caso malvage. Il residence nasconde un segreto che collega il rapimento - un caso rimasto irrisolto - di un bambino di quattro anni, nel lontano 1951, e il seppellimento clandestino, nello scantinato, del cadavere di un altro bambino. Perciò, quando si viene a sapere che l'edificio deve essere abbattuto per far posto a una strada in costruzione, più di una inquilina trema: nessuno è più al sicuro... 

È vero, generalmente sono una purista del giallo inglese dell'epoca d'oro...ma prima o poi quei libri finiranno e chi sazierà la mia fame di gialli? Non sono totalmente neofita in fatto di autori giapponesi sia perché mi piace la letteratura nipponica, sia perché leggo...ehm...il Detective Conan. È inutile che ridete, vi assicuro che ho trovato spesso dei casi geniali! Fatto sta che una mia amica che studia giapponese a Venezia, mi ha consigliato questo libro con una precisazione "Sta'attenta perché il giallo giapponese è molto diverso da quello europeo; non basarti su Conan perché le sue storie ricalcano quelle di Doyle e della Christie".
Dopo aver letto il libro ho capito cosa intendeva: le differenze non sono tanto negli intrecci quanto nelle atmosfere. "Appartamenti per signore sole" è stato pubblicato nel '57, ma pur essendo coevo di romanzi christiani quali "Istantanea di un delitto" e "Le due verità", non vi ha niente da spartire. Il romanzo giapponese infatti è attualissimo, mentre lo leggi puoi tranquillamente immaginare che stia accandendo oggi stesso, è tutto molto reale e naturale...il che è assurdo visto che l'Inghilterra è qua dietro casa e il Giappone lontanissimo da noi in molti sensi.
Un'altra differenza fondamentale è che non posso descrivere questo romanzo come "avvincente". È bello e lento ma non nel senso di noioso! È lento in maniera totalmente "naturale" (ecco che ritorna questa parola): è così che vanno le cose. Non è un libro avventuroso, è un giallo psicologico che gioca meravigliosamente bene con i falsi presupposti che il lettore si crea. Il finale è davvero una bellissima sorpresa.

Consigliato, anzi...consigliatissimo non solo ai giallisti ma anche ai sempre più frequenti appassionati di cultura nipponica. Non è facile scontrarsi con la letteratura giapponese (e non parlo di Murakami e Yoshimoto che potrebbero essere tranquillamente considerati autori occidentali), ma questo libro è accessibile a chiunque.

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