mercoledì 18 gennaio 2012

La villa dei delitti

 VOTO: 7






La villa dei delitti - Martin Porlock - 1931

È possibile morire annegati in una stanza nella quale non c’è nemmeno una goccia d’acqua? No, naturalmente, ma nell’antica dimora di Friar’s Pardon sembra che la cosa sia capitata più volte. La leggenda, infatti, narra che in una determinata camera da letto ben cinque persone sono decedute in quel modo inspiegabile. Ma Enid Lester-Greene, la famosa romanziera che ha appena acquistato la villa, non crede alle leggende. «Dimostrerò a tutti che si tratta solo di sciocchezze!», dichiara a un giornale e inizia i lavori di restauro. L’ala della dimora nella quale erano avvenute le morti misteriose – che l’ultimo proprietario aveva prudentemente chiuso – viene riaperta e riportata all’antico splendore. E a lavori ultimati un gruppo di parenti e amici viene invitato a trascorrere qualche giorno nella villa. Ci sono il fratello della padrona di casa, la figlia, la nipote, il segretario particolare, il nuovo amministratore, una vecchia amica e un giovane barone. Ben presto alcuni strani avvenimenti turbano la serenità degli ospiti: porte che si aprono nonostante siano chiuse a chiave, oggetti che scompaiono, mani sospese nel vuoto che battono alle finestre. Poi una sera, dopo cena, qualcuno si ritira a lavorare nell’ala della leggenda...
Non avevo mai sentito parlare di questo autore (lo stesso dicasi per molti autori editi dalla Polillo) e visto che in rete non trovavo alcuna informazione al riguardo, mi sono fatta guidare dall'istinto...e ho fatto bene! Non c'è moltissimo da dire: è un giallo classicissimo, scritto e gestito in maniera classicissima, con una risoluzione altrettanto classica. Quando dico "classico" non intendo "banale", sia chiaro! Anzi...questo libro mi è piaciuto un bel po'! Scorre bene, non ti fa crollare dal sonno prima del previsto e credo che possa soddisfare appieno il giallista annoiato che non sa più cosa leggere. Mi affascina sempre il tema "casa maledetta" non tanto per la cosa in sè quanto per il modo in cui l'assassino di turno andrà a sfruttare la leggenda per i suoi scopi.
Sì, assolutamente consigliato.


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